E dimmi di te: che cosa mi racconti?
Quanti amici hai? Quanti dolori hai?
Quanti pacchetti di sigarette ti porti dietro
Quando parti e non lo sai quando ti fermi?
Metti sempre poca lingua quando baci?
E stai ancora sempre zitta zitta zitta zitta?
E ancora non hai voglia di farlo di mattina?
Come sarei contento se tu fossi una piuma
Io, sinceramente, pensavo che mi aspettavi
o almeno non che ti fidanzavi subito
con quel tuo compagno di università,
quello che io che non mi ricordavo mai i nomi dei tuoi compagni di università
quello che quando volevo dire quello dicevo quello: quello che sembra ricchione.
Si lo so che un anno e mezzo non è subito,
io però c'ho ancora sempre freddo quando devo cantare.
Poi canto e mi riviene caldo, e allora mi rispoglio.
Come sarei contento di sapere quello che è meglio.
Io oggi lo odio: preferivo ieri,
anche se poi lo sapevo che tanto oggi veniva.
E pure preferisco domani
che comunque lo so che non sarà meglio di oggi.
Anzi: sarà peggio. Ma almeno domani sarà domani, domani, domani
invece oggi sto qui, ad aspettare che domani arrivi
e faccio le valigie, ed è domenica, e tu sei ancora qua.
Da quando non ci sei guardo le tette a tutte.
Senza pudore: anche alle vecchie se ce le hanno abbastanza grosse.
E poi mi vengono degli attacchi, tipo di dire le cose più terribili a qualcuno.
Solo per fargli male, giusto per provare.
E tu adesso dimmi che sono bello e mi vuoi bene,
sennò faccio il pazzo fino a dopodomani.
Fammi un lento ghirigoro tra i capelli,
fammi tre o quattro carezze, parlami piano piano.
Dammi un bacio leggero. Dai, avanti, dammi un bacino.
Io oggi lo odio: preferivo ieri,
anche se poi lo sapevo che tanto oggi veniva.
E pure preferisco domani
che comunque lo so che non sarà meglio di oggi.
Anzi: sarà peggio. Ma almeno domani sarà domani, domani, domani
invece oggi sto qui, ad aspettare che domani arrivi
e faccio le valigie, ed è domenica, e tu sei ancora qua.
Ma ti incontrerò, ti rivedrò, ti spremerò la faccia ed i capelli,
e ti chiederò che hai fatto, e che pensi adesso di tutte le cose.
Quanto tempo si perde a cercare di essere diversi da quello che si è,
ti ricordi quando a pasqua siamo andati a Lipari e tu per venire
avevi squagliato gli ori della comunione e non me l'avevi detto?
Io, tante cose che pensavo non sono più le stesse.
Forse me lo puoi dire tu:
se mi sono tradito, o sono cresciuto.
Che banalità: tutte queste cose che pensavamo fossero solo nostre alla fine le vivono, le piangono
(sentendosi tra l'altro unici), diecimila altre coppie di c*****i.